Pd, esclusi dalle liste i candidati di Loiero
Nel PdL il manager Santo Versace correrà per la Camera e tornerà a competere anche Zavettieri
Teresa Munari
ROMA
Definite le liste dei candidati con i quali il Partito democratico punta ai seggi di Camera e Senato per le politiche del 13 e 14 aprile, la novità che ieri sera rimbalzava da Roma in Calabria era la netta esclusione di tutti coloro che a vario titolo sono stati elementi fondanti del Partito democratico meridionale o che, nell'acclamazione del leader Veltroni, si sono schierati con componenti minoritarie come quella che fa capo a Rosy Bindi. Il risultato conseguito è comunque significativo. Per la prima volta le due parti maggiormente rappresentative del Partito democratico che domani a Lamezia ufficializzerà le candidature, si sono ritrovate pienamente d'accordo: saranno il viceministro degli Interni Marco Minniti e Luigi De Sena, già superprefetto e vice capo della Polizia, la testa d'ariete prescelta per sfondare alla Camera e al Senato e vincere sul Partito delle libertà che in Calabria scende in campo con personaggi del calibro di Gianfranco Fini e Nitto Palma, rispettivamente numeri uno alla Camera e al Senato.
Nel Pd escono dunque di scena Pietro Fuda e Marlina Intrieri per cedere il passo all'ex assessore regionale alla sanità Doris Lo Moro e al già senatore Cesare Marini (5 e 7 posto Camera), a Daniela Mazzucconi ex deputato lombardo piazzata in terza posizione al Senato prima di Dorina Bianchi (4)che precede il presidente della Camera di Commercio Paolo Abramo (5).
Più clamorose le novità che si annunciano, se confermate, nelle file del Pdl: alla Camera per esempio, insieme a Luigi Fedele che mantiene la sua leadership, correrà il famoso manager internazionale Santo Versace e tornerà a competere il già deputato Ps Saverio Zavettieri. (In verità il super assessore del Governo regionale di Chiaravalloti , interpellato, si schemisce e nega!). Il Pdl, certo di vincere, corre per 14 posti, riconfermati quindi tutti gli uscenti sembra che rientrino nelle schiere del Pdl calabrese sia il segretario nazionale del Pri Francesco Nucara che l'ex sottosegretario alla giustizia Iole Santelli, entrambi eletti, nella scorsa legislatura in Emilia Romagna. Fra le new entry ben quotati il presidente della Provincia di Catanzaro Michele Traversa e il segretario regionale di An Giovanni Dima, il che accorcia la coperta delle disponibilità facendo arrabbiare chi coltiva speranze come il sindaco di Siderno Figliomeni, mentre fa precipitare la proposta del coordinatore regionale Giancarlo Pittelli che sta spingendo per far entrare il suo Maurizio Vento, assessore esterno della Giunta Traversa. Tuttavia, sono le esclusioni operate dal Pd a far discutere. Passi infatti per gli aspiranti parlamentari proposti dal presidente Loiero come l'assessore regionale alle politiche agricole Mario Pirillo o il Presidente della Provincia di Vibo, Ottavio Bruni, dimessosi anzi tempo e forse senza le dovute garanzie, ma dalla rosa dei candidati è rimasto fuori persino il senatore Pietro Fuda, eliminato, sembra, per far posto a Paolo Abramo. Ma è fuori anche la deputata Marilina Intrieri, ufficialmente perchè pesca consensi nello stesso territorio di Dorina Bianchi, entrambe sono infatti di Crotone, ma è voce comune che la "bindiana" Intrieri stia pagando lo scotto di essersi mostrata meno allineata della Bianchi. In verità fra conferme e new entry di servizio, il Partito democratico non sembra aver piazzato ai primi posti chi in Calabria il consenso ce lo ha davvero. Per esempio è rimasto fuori anche il sottosegretario alla infrastrutture Luigi Meduri: una scelta probabilmente sofferta, tanto da indurlo a dichiarazioni non solo dignitose ma soprattutto collaborative verso Veltroni e verso tutto il Partito che nella XV legislatura ha servito da tecnico e non da parlamentare. Ma mentre Meduri ha il fegato di fare clamorosamente un passo indietro lasciando nella disponibilità del Pd il suo Know-how, Fuda no, Fuda è arrabbiato, altrochè! A tarda sera sembrava avesse già avuto proficui abboccamenti con il MPA di Lombardo, ma il parlamentare sidernese che con il suo voto ha più volte salvato la maggioranza al Senato, il senatore che per il suo stakanovismo rimarrà negli annali per aver registrato il più alto numero di presenze come titolare e come supplente nelle sette commissioni dove ha svolto il suo mandato, è davvero deluso e dice: «Con queste scelte il Pd conferma la Calabria come terra di conquista, un serbatoio per candidati che altre regioni non vogliono e che i calabresi non solo non conoscono, ma che non conosceranno mai !». Inutile sottolineare che con le sue scelte il Pd rischia di scavare un nuovo solco incolmabile. Il Presidente Loiero però nega, anzi non ne vuole proprio parlare. Ma è evidente il suo disagio, combattuto com'è, fra le pressioni dei suoi e quelle di tanti altri esclusi dal Pd, ex diessini o socialisti, che guardano a lui come chances vincente per entrare nell'agone. E non c'è dubbio che trattandosi di personaggi tutti molto radicati sul territorio, se si mettessero insieme, i voti li prenderebbero eccome. C'è anche da sottolineare che nelle liste del Pd, fatta salva la Lo Moro che alle ultime regionali si è potuta cimentare direttamente con l'elettorato, fra Camera e Senato solo Minniti, Marini e Bianchi hanno già potuto misurarsi con i voti di preferenze, mentre tutti gli altri uscenti, nella passata elezione erano un nome su una lista, e tali sono rimasti: un segno di penna e basta.
(gazzetta del sud)
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